Perchè l'essere umano fa la guerra?

crescita personale guerra Apr 12, 2022
 

2022 ancora guerra

2022 e siamo di nuovo guerra. In realtà le guerre non sono mai finite, ce ne sono sempre state un sacco in giro per il mondo. Ma adesso vediamo una guerra alle porte dell'Europa, in Ucraina, che sentiamo molto molto vicina.

Se ne parla in maniera molto forte e al di là di tutte le questioni politiche oggi voglio fare un video per cercare di capire a livello sociale, psicosociale e spirituale perché c'è la guerra. Perché adesso, che siamo nel 2022 e dovremmo essere persone evolute, ancora succede questa follia?

 

Perché la guerra?

Perché la guerra? Perché questa assurdità? La guerra veramente è la barbarie, la follia più grande che l'essere umano possa fare, una follia però che ha delle ragioni ben specifiche perché la guerra non arriva mai per caso.

Lasciamo stare tutte le questioni geopolitiche (da sociologo, politologo ed ex ricercatore universitario potrei raccontare un sacco di cose a riguardo) ma non sono il punto, il punto va ben oltre.

Quello che si manifesta a livello geopolitico, a livello globale e a livello sociale è un qualcosa che ha delle radici profonde dentro di noi, dentro ognuno di noi, e ha delle radici a livello sociale, psicosociale e spirituale.

Tutto ciò che si manifesta nella nostra società di fatto è il prodotto di una coscienza collettiva: noi non solo abbiamo la nostra coscienza individuale che si manifesta nelle nostre azioni belle o brutte che siano, ma abbiamo anche una coscienza collettiva che si manifesta nelle azioni che a livello di gruppo e di società, a livello di nazioni e di popolazione umana del mondo, andiamo a manifestare.

Quando si manifesta una guerra vuol dire che qualcosa è successo ad un livello più profondo e ampio. C'è quindi una radice di tutto ciò. E dove troviamo questa radice?

La troviamo nella rabbia e nella frustrazione (avevo accennato a questo in un video che ho fatto poco tempo fa sulla caso di Will Smith e Chris rock del famoso ceffone).

La questione fondamentale è che quando frustriamo un'emozione dentro di noi questa emozione non sparisce, ma viene spinta dentro e viene lasciata lì, in una parte che è lontana dalla nostra coscienza, nello spazio che chiamiamo Inconscio.

Non se ne va, quindi ma rimane nascosto. E tutto ciò che nella nostra parte inconscia, piano piano, ogni volta che c'è occasione, esce e cerca di venire a galla.

Come se noi reprimendo le nostre emozioni andassimo a metterle tutte dentro a una pentola a pressione e più ne mettiamo più la pressione aumenta finché non si verifica una situazione nella quale ci può essere uno sfogo di questa rabbia e di questa frustrazione.

 

Educazione dei bambini

Se noi pensiamo a come veniamo educati fin da bambini, a come si educano i bambini nella nostra società, possiamo immaginare quanta rabbia repressa vi sia.

Innanzitutto l'ascolto di quelli che sono i bisogni dei bambini: continuamente mi capita di camminare per strada e vedere come i bambini vengano ignorati, picchiati, malmenati, utilizzati come suppellettile a quella che è la vita dell'adulto.

Il bambino viene spesso trascinato all'interno di quelli che sono i bisogni dell'adulto mentre i suoi bisogni vengono ignorati, creando una serie di invasioni dello spazio del bambino, del suo spazio intimo.

Questo molto spesso genera una reazione nei bambini che, di conseguenza, fanno i capricci, si arrabbiano, compiono delle azioni che sono invise agli adulti.

Queste azioni anziché essere accolte come uno stimolo a dire "ok c'è un bisogno da ascoltare" vengono represse. Quindi i bambini vengono ancora di più repressi e vengono picchiati e castigati, e se il bambino si arrabbia gli si dice "non ti arrabbiare".

Così la rabbia, che è un'emozione sana che ci serve per stabilire i confini e che ci dice "guarda che qui c'è un confine che non è stato rispettato" viene repressa per dire "i tuoi confini emozionali di essere umano non possono essere rispettati, io ci faccio quello che voglio e tu non puoi protestare su questo".

 

Accumulo della rabbia

Questo produce negli anni una grande pressione che, nel mondo adulto, manifesta questa nevrosi nei modelli di ruolo che troviamo nella nostra società: basta vedere come si comportano i capi ufficio, come si comportano i colleghi di lavoro o come si comportano le forze dell'ordine nei confronti delle persone che incontrano e con cui lavorano.

I modelli si basano su azioni forza e di imposizione grazie a dei privilegi di ruolo che vengono strutturati all'interno del sistema sociale. Questo matura dentro ognuno di noi una grande frustrazione.

Questa frustrazione e rabbia a volte viene sfogata nelle relazioni interpersonali, quindi arrabbiandosi o utilizzando aggressività passiva nei confronti delle persone intorno a noi (mogli, figli, parenti, genitori o quant'altro).

In genere però, questo meccanismo non basta e si va ad accumulare una grande rabbia che viene poi canalizzata a livello sociale verso quelli che sono i capri espiatori.

Ad esempio, nei due anni di pandemia questa grande frustrazione che c'è stata ha canalizzato tantissima rabbia verso le più disparate categorie: i runner, il governo, i terribili cattivissimi no vax o i terribili e cattivissimi si vax.

Tutta questa rabbia diffusa va gradualmente ad aumentare e la massima espressione di questa rabbia si palesa nella violenza barbarica della guerra che porta alla distruzione totale.

La rabbia che non viene gestita e che non viene canalizzata a livello collettivo spirituale e globale crea delle Egregore di dolore che si manifestano con il conflitto e con la guerra finché non avviene una presa di consapevolezza.

 

Imparare a gestire la rabbia

La presa di consapevolezza nasce dal nostro impegno come singoli: dobbiamo iniziare a lavorare su noi stessi, innanzitutto riconoscendo la nostra rabbia, poi, una volta presa consapevolezza della rabbia che abbiamo dentro di noi, iniziando a non gettarla più in giro ma a canalizzarla in maniera costruttiva.

Esistono degli interessantissimi esercizi di bioenergetica da fare per lasciar uscire la rabbia. Più noi la elaboriamo, capiamo da dove arriva e riusciamo a disattivare i trigger detonatori che ce la fanno salire, più noi riusciamo ad esserne consapevoli e a canalizzare nella maniera migliore l'energia della rabbia come un'energia assertiva nella nostra vita che in modo non violento ma pacifico e sano possa dare energia alle nostre azioni.

Tutto ciò è estremamente importante perché noi ogni volta che inconsapevolmente canalizziamo la nostra rabbia verso gli altri stiamo alimentando i conflitti.

Questi conflitti partono dalla nostra coscienza individuale, entrano nella nostra coscienza familiare si espandono nella coscienza sociale e quando arrivano alla coscienza globale si vanno a manifestare nelle cose terribili che noi vediamo tutti i giorni.

Quindi l'invito è a porre molta attenzione, è necessaria la consapevolezza perché un mondo di pace si costruisce con la consapevolezza dentro di noi.

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